Statement by our Foreign Affairs Commission:

Turkey is increasingly drifting into a civil war. Politics of violence have escalated after the general elections of June 7 led by the AKP provisional government. Today, the peace and negotiation process between PKK and the Turkish state has come to a halt and war has started again.

Just within the last month, severe clashes have taken place in many Kurdish cities such as Silopi, Lice, Şemdinli, Silvan, Yüksekova and Cizre where the civilian population has been targeted by state forces. Tens of civilians, guerillas and members of state security forces have died in the ensuing clashes. Since July 24, the AKP interim government has not been attacking ISIS, as it claims to be doing, but the Qandil Mountains in the territory of the Kurdistan Regional Government instead, as well as Kurds, democratic forces, democratic politics, civilians, women and the opposition as a whole in Turkey.

The Turkish state and the provisional AKP government are implementing all sorts of oppressive measures such as forbidding entry into and departure from Kurdish cities against which it launches military operations, cutting off all communication including phone and internet lines, blocking off press and observers to prevent the truth about what is happening on the ground from reaching national and international public attention. A curfew has been in place in the province of Cizre for the past week where 21 civilians have been killed. The province of Cizre have been under siege for days where there is serious shortage of food, water, access to basic health services, preventative treatment of the wounded, and burial of those who have been killed by state security forces. Serious concerns regarding fears of civilian massacre in Cizre have been voiced by the elected members of the parliament and civil society organizations.

In this very violent situation, HDP has also been targeted by AKP spokespersons and pro-AKP mass media. Almost every day, our party officials and especially our co-chairs are being put on the target for those “nationalist and patriotic” people. Many calls and statements of AKP officials have been signaling a call for war against HDP. As a result of this violent discourse of AKP, many of our buildings in several cities have been attacked by groups of people associated with racist and fascist groups. On September 8, they attacked our HQ in Ankara, setting fire to the building. Our party archives and records were targeted specifically. No one was injured in the attack but our HQ is now heavily damaged and unavailable for use.

Until now, over 128 party buildings all over the country have been attacked. Moreover, the police and other security forces of the state did not do their job to prevent the attacks.

We once again want to emphasize that HDP is not a part of these violence-based, war- oriented policies. As HDP, we did not take part in any decision-making process of the war. On the contrary, we are trying to push both PKK and the Turkish state to end this armed conflict. It should be known that it is the AKP who is insisting on war politics and implementing anti- democratic practices all over the country.

In spite of these adverse developments, we call on all international communities, civil society organizations and the international media for solidarity and support to bring about an immediate cease-fire and the commencement of peace talks. Our call is also one for urgent action against increasing state violence, the violation of human rights and anti-democratic practices and measures ins Kurdish cities as well as the cities in the western regions of the country. We now need the support of the international public more than ever in order to achieve the realization of a lasting peace in the Middle East, Turkey and Kurdistan. In this context we invite all of our friends, political parties, associations, networks, civil society organizations and all peace-loving forces to act in solidarity with us. We call on all democratic international institutions and forces to take concrete steps against the Turkish state’s violent, anti-democratic actions against its own people and citizens.



Foreign Affairs Commission of HDP
10 September 2015



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Chiamata urgente all’azione internazionale

La Turchia è sempre più alla deriva verso una guerra civile. La politica di violenza è aumentata dopo le elezioni politiche del 7 giugno, guidata dal governo ad interim di AKP. Oggi, il processo di pace e di negoziazione tra il PKK e lo stato turco ha avuto una battuta d’arresto e la guerra è iniziata di nuovo.

Solamente nell’ultimo mese, gravi scontri hanno avuto luogo in molte città curde, come Silopi, Lice, Semdinli, Silvan, Yüksekova e Cizre dove la popolazione civile è stata presa di mira dalle forze governative. Decine di civili, guerriglieri e membri delle forze di sicurezza governative sono morti negli scontri successivi. Dal 24 luglio, il governo ad interim di AKP non sta attaccando l’ISIS, come pretende di fare, ma le montagne Qandil nel territorio del governo regionale del Kurdistan, così come i curdi, le forze democratiche, i politici democratici, i civili, le donne e l’opposizione nel suo complesso in Turchia.

Lo Stato Turco e il governo ad interim di AKP stanno attuando tutti i tipi di misure oppressive come proibire l’ingresso e l’uscita dalla città curde contro cui lancia le operazioni militari, tagliando tutte le comunicazioni comprese le linee telefoniche e internet, bloccando la stampa e gli osservatori per impedire che la verità su ciò che sta accadendo sul terreno possa raggiungere l’attenzione del pubblico nazionale e internazionale. Il coprifuoco è in vigore nella provincia di Cizre dalla scorsa settimana, in cui sono stati uccisi 21 civili. La provincia di Cizre è stata posta sotto assedio da giorni e vi è grave penuria di cibo, acqua, l’accesso ai servizi sanitari di base, il trattamento preventivo dei feriti, e la sepoltura di coloro che sono stati uccisi dalle forze di sicurezza governative. Gravi preoccupazioni per quanto riguarda i timori di massacri di civili in Cizre sono state espresse dai membri eletti del Parlamento e da organizzazioni della società civile.

In questa situazione molto violenta, HDP è stato anche preso di mira dai portavoce dell’AKP e dai mass media pro-AKP. Quasi ogni giorno, i nostri funzionari di partito e soprattutto i nostri co-presidenti sono stati bersaglio di queste persone “nazionaliste e patriottiche”. Molte dichiarazioni dei funzionari dell’AKP manifestano un invito alla guerra contro HDP. Come risultato di questi discorsi violenti da parte di AKP, molti dei nostri edifici in diverse città sono stati attaccati da gruppi di persone associate a gruppi razzisti e fascisti. L’8 settembre, hanno attaccato la nostra sede centrale ad Ankara, appiccando fuoco all’edificio. In particolare i nostri archivi e i nostri registri di partito sono stati presi di mira. Nessuno è rimasto ferito durante l’attacco, ma il nostro quartier generale è ormai gravemente danneggiato e non disponibile per l’uso. Fino ad oggi, oltre 128 edifici del partito in tutto il paese sono stati attaccati. Inoltre, la polizia e le altre forze di sicurezza governative non hanno fatto il loro lavoro per prevenire gli attacchi.

Ancora una volta vogliamo sottolineare che HDP non è coinvolta in queste politiche orientate alla violenza e alla guerra. Come HDP, non abbiamo preso parte in alcun processo decisionale nella direzione della guerra. Al contrario, stiamo cercando di spingere sia PKK che lo Stato Turco a porre fine a questo conflitto armato. Dovrebbe essere noto che è l’AKP che insiste su questa politica di guerra e sull’attuazione di pratiche anti-democratiche in tutto il paese.

Per contrastare questi sviluppi negativi, chiediamo la solidarietà e il sostegno di tutta la comunità internazionale, delle organizzazioni della società civile e dei media internazionali per un immediato cessate il fuoco e l’inizio dei colloqui di pace. Il nostro invito è anche per un’azione urgente contro la crescente violenza, la violazione dei diritti umani e delle pratiche e delle misure antidemocratiche nelle città curde, nonché nelle città nelle regioni occidentali del paese. Ora più che mai abbiamo bisogno del sostegno del pubblico internazionale, al fine di conseguire la realizzazione di una pace duratura in Medio Oriente, in Turchia e in Kurdistan. In questo contesto, invitiamo tutti i nostri amici, partiti politici, associazioni, reti, organizzazioni della società civile e tutte le forze amanti della pace di agire in nostra solidarietà. Facciamo appello a tutte le istituzioni e a tutte le forze internazionali democratiche perchè prendeno misure concrete contro le azioni violente e anti democratiche che il governo Tuco sta compiendo contro i proprio popolo.

 

Commissione Esteri di HDP

10 Settembre 2015

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Un Pedido Urgente Para La Acción Internacional

Turquía se está adentrando cada vez más en una guerra civil. Las políticas de la violencia han escalado tras las elecciones generals del 7 de junio dirigidas por el gobierno provisional del AKP. Hoy, la paz y el proceso de negociación entre el PKK y el Estado turco ha llegado a un alto y la guerra ha vuelto a comenzar.

Sólo en el último mes, varios choques han tenido lugar en muchas ciudades kurdas como Silopi, Lice, Şemdinli, Silvan, Yüksekova y Cizre, donde la población civil ha sido fijada como objetivo por las fuerzas estatales. Decenas de civiles, guerrillas y miembros de las fuerzas de seguridad del Estado han muerto en los consiguientes choques. Desde el 24 de julio, el gobierno interino del AKP no ha estado atacando al ISIS, como asegura hacer, sino los Montes Qandil eel territorio del Gobierno Regional del Kurdistán, así como a kurdos, fuerzas democráticas, políticos demócratas, civiles, mujeres y a toda la oposición de Turquía.

El Estado turco y el gobierno provisional del AKP están implementando toda suerte de medidas represivas como la prohibición de entrar y salir de las ciudades kurdas contra las que se lanzan operaciones militares, cortando todas las comunicaciones incluidas las líneas de teléfono e internet, bloqueando a la prensa y a los observadores para impedir la verdad acerca de lo que está pasando en el país buscando la atención pública nacional e internacional. El toque de queda se ha establecido en la provincia de Cizre desde la semana pasada donde se ha asesinado a doce civiles. La provincia de Cizre ha estado bajo asedio durante días donde hay graves restricciones de comida, agua y acceso a servicios básicos de higiene, tratamiento preventivo de heridos, y entierro de los que han sido asesinados por las fuerzas de seguridad del Estado. Preocupa seriamente observar el miedo de la masacre civil en Cizre de la que se han hecho eco los miembros electos del parlamento y las organizaciones civiles sociales.

En esta situación tan violenta, HDP también ha sido puesto en el punto de mira por los portavoces del AKP y los medios pro-AKP. Casi todos los días, los funcionarios de nuestro partido y sobre todo nuestros co-presidentes son señalados por esos “nacionalistas y patriotas”

Muchas llamadas y declaraciones de los funcionarios del AKP han sido interpretadas como una llamada a la guerra contra el HDP. A consecuencia de este violento discurso del AKP, muchos de nuestros edificios en varias ciudades ha sido atacados por grupos de personas asociadas a grupos racistas y fascistas. El 8 de septiembre atacaron nuestro cuartel general de Ankara, prendiendo fuego al edificio. Los archivos y grabaciones de nuestro partido fueron objetivos específicos. Nadie resultó herido en el ataque pero nuestro cuartel general está muy dañado e inservible para su uso. Hasta ahora, cerca de 128 edificios de partido por todo el país han sido atacados. Además, la policía y otras fuerzas de seguridad del Estado no hicieron su trabajo para evitar los ataques.

Queremos recalcar de una vez que el HDP no forma parte de estas campañas de violencia, políticas orientadas a la guerra. Como HDP, no hemos tomado parte en ningún proceso de declaración de guerra. Al contrario, estamos intentando de presionar tanto al PKK como al Estado turco para acabar con este conflicto armado. Debería de saberse que es el AKP quien está insistiendo en políticas de guerra e implementando prácticas antidemocráticas por todo el país.

A pesar de estos desarrollos adversos, hacemos un llamamiento a todas las comunidades internacionales, organizaciones civiles sociales y a los medios internacionales a la solidaridad y apoyo para propiciar un inmediato alto el fuego y los comienzos de las conferencias de paz.

Nuestra llamada es también para una acción urgente contra el aumento del estado de violencia, la violación de los derechos humanos y las prácticas y medidas antidemocráticas en las ciudades kurdas así como en las ciudades de las regiones occidentales del país. Ahora necesitamos el apoyo del público internacional más que nunca en orden de conseguir la realización de una paz perdurable en Próximo Oriente, Turquía y Kurdistán. En este contexto invitamos a todos nuestros amigos, partidos políticos, asociaciones, redes, organizaciones sociales civiles y a todas las fuerzas amantes de la paz para actuar en solidaridad con nosotros. Hacemos un llamamiento a todas las instituciones y fuerzas internacionales democráticas para dar pasos concretos contra la violencia, acciones antidemocráticas del Estado turco contra su propio pueblo y ciudadanos.